-  Covotta Giulia  -  27/05/2015

UBER VS TAXI – Giulia COVOTTA

Recentemente si è molto sentito parlare di Uber e di Uber pop, del malcontento dei tassisti, di scioperi, di ricorsi, di battaglie legali e, non da ultimo, di varie pronunce giurisprudenziali a favore e contro questo servizio.

Alla luce della recentissima pronuncia del Tribunale di Milano, è opportuno fare un po" di chiarezza e capire che cosa è Uber e perché divide nettamente l"opinione pubblica attirando le ire dei tassisti.

Uber è un"applicazione per i telefoni cellulari "smartphone" nata da un"idea di un"azienda americana. Lo scopo è quello di fornire a chi lo richiede, attraverso la sopra citata applicazione, un"autovettura con autista per il trasporto di persone in città: in pratica, un taxi a tutti gli effetti, ma che fornisce al cliente un trattamento diverso (ad esempio, un costo inferiore e la modalità di chiamata dello stesso attraverso l"app scaricata sul proprio telefono cellulare).

L"aspetto che rende per molti utenti interessante Uber, è che i clienti che usufruiscono del servizio, non pagano l"autista, ma direttamente l"azienda attraverso una carta di credito registrata al momento dell"iscrizione all"applicazione.

In Italia il servizio Uber è approdato intorno al 2013 ed ha subito avuto successo soprattutto tra i più giovani, i quali hanno più dimestichezza con le app e, soprattutto, non vogliono spendere troppi soldi per il trasporto urbano (a mero titolo esemplificativo, una chiamata di un"auto UberPop costa 2,5 euro oltre 0,49 centesimi al minuto con una spesa minima di 5 euro, mentre la chiamata di UberBlack, invece, è di 5 euro).

Ma chi sono i conducenti di Uber (definiti anche "driver")?

Ogni persona dotata di patente può assumere tale ruolo attraverso l"acquisizione di uno dei due tipi di licenze esistenti. La prima licenza è la cd. UberBlack: le auto sono quelle dei classici noleggi con autisti professionali. Il secondo tipo di licenza (che è quella più popolare ed oggetto della pronuncia milanese) è la cd. UberPop: un servizio lowcost dedicato agli autisti comuni.

E" proprio la licenza UberPop, più che quella Black, a preoccupare i tassisti professionisti anche per la facilità con cui la si può conseguire.

I requisiti, infatti, sono i seguenti: non avere precedenti penali né carichi pendenti, avere conseguito la patente di guida da almeno 3 anni, non avere avuto sospensioni della patente da almeno 10 anni, avere un"auto intestata e immatricolata da non più di 8 anni con dimensioni medie o grandi in ottime condizioni e, infine, avere una copertura assicurativa per i passeggeri.

Fatte queste doverose premesse, è proprio sull"app UberPop che il Tribunale d Milano si è pronunciato qualificando il servizio operato da Uber, in sostanza, come concorrenza sleale. Il ricorso è partito dall"associazione di categoria dei taxi di Torino, Genova e Milano le quali avevano chiesto proprio l"oscuramento di detta app.

Lo stesso Tribunale, quindi, ha ritenuto di disporre il blocco su tutto il territorio nazionale del servizio offerto dall"app americana, con la conseguente inibizione di circolazione ai drivers.

Le precedenti pronunce giurisprudenziali al riguardo (emesse, in particolare, dai Giudici di Pace) non hanno fornito una risposta definitiva.

A Torino, ad esempio, un Giudice di Pace ha sancito l"illegittimità del servizio, ma ha "salvato" il driver il quale, ad opinione del giudicante, era stato indotto in errore dalla società americana (che non avrebbe chiarito adeguatamente la natura del servizio).

Una ben diversa e opposta decisione, invece, è stata emessa a Genova lo scorso febbraio. Il driver di Uber, nel caso di specie, aveva promosso un ricorso in opposizione a sanzione amministrativa per aver esercitato abusivamente l"attività di taxista.

In quell"occasione, il Giudice di Pace ha ritenuto di accogliere la domanda del driver con la conseguente restituzione del libretto di circolazione, qualificando il servizio Uber come "noleggio con conducente" a tariffa pattuita previsto dagli artt. 3 e 13 L. 21 del 1992.

Alla luce di quanto sopra, pertanto, risulta pacifico come la contrapposizione in materia sarà ancora oggetto di pronunce giurisprudenziali che certamente approderanno in Cassazione.

Vi è da dire che l"argomento Uber si presta facilmente ad essere terreno di dibattiti e di posizioni contrastanti. Da una parte vi sono i taxisti i quali difendono la propria categoria e richiamano l"attenzione soprattutto sula sicurezza degli utenti che usufruiscono del servizio.

Dall"altra vi sono gli autisti ed i clienti di Uber che vedono in questo servizio una fonte di guadagno associata alla facilità della chiamata ed ai risparmi considerevoli rispetto al servizio di taxi.

La risposta della società americana è già arrivata forte e chiara in quanto è stata preannunciata l"impugnazione del provvedimento emesso dal Tribunale di Milano.




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