Con un storica sentenza la S.C. di Cassazione ha condannato la ASL Torino 4 a risarcire i danni ad un paziente per un fatto che risale a 17 anni fa: un sessantenne di Chivasso si sentì male a casa ma il medico di base chiamato immediatamente dalla moglie lo visitò solo il giorno dopo sbagliando la diagnosi.
A causa dell"omissione prima e della negligenza ed imperizia poi l"uomo fu colpito da un"ischemia con danni irreparabili che non gli consentirono mai più di tornare a casa.
I famigliari fecero causa al medico di base ma anche all"Asl, che la Cassazione - ribaltando i precedenti giudizi di merito - ha ritenuto (per la prima volta) responsabile e che è stata pertanto condannata a risarcire il danno, accogliendo così l"innovativo teorema difensivo proposto dai legali del paziente di Chivasso.
Il principio di diritto affermato dalla Cassazione, in risposta allo speculare quesito proposto dai difensori delle vittima, ha quindi affermato che l"ASL è responsabile civilmente, ai sensi dell"art. 1218 c.c., del fatto illecito che il medico con essa convenzionato per l"assistenza medico-generica, abbia commesso in esecuzione della prestazione medico curativa, nei limiti in cui la stessa è assicurata e garantita dal S.S.N. in base ai livelli stabiliti secondo la legge.
La tesi difensiva, accolta in tota re perspecta, ha finito per riscrivere totalmente i rapporti tra il sistema sanitario e i medici di famiglia, finora sostanzialmente considerati alla stregua di liberi professionisti e come tali esclusivamente responsabili per gli errori commessi nei rispettivi ambiti professionali.
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