-  Rega Ilaria  -  10/06/2013

LA LEGGE MERLIN HA ANCORA SENSO? - Ilaria REGA

Alle porte di Treviso è un paesino di 807 anime in Carinzia quello che a brevissimo ospiterà uno dei più grandi bordelli mai visti in quelle zone. Sembra che potrà dare lavoro, se così si può dire, a 140 prostitute oltre che a 40 persone, dagli addetti all"amministrazione al personale delle pulizie. L"investimento supererà i 7 milioni di euro e la sua entrata in esercizio  a Hohenthurn, questo il nome della cittadina austriaca che lo ospiterà, è previsto nel prossimo autunno.  Il bordello avrà come principali clienti gli Italiani, visto che sulla nostra penisola ad oggi la prostituzione è vietata.

Le reazioni di politici e cittadini sono state contrastanti, infatti se da un lato vi sono gli "amministratori" che pregustando i lauti incassi non hanno storto il naso, infatti l"attività del lupanare,  rientrando a tutti gli effetti nel settore economico terziario sarà soggetta al fisco e porterà beneficio per l"erario e per le casse del Comune di Hohenthurn, retto dal partito popolare, tra l'altro di ispirazione cristiana.

Dall"altro però vi sono i cittadini, che nonostante le rassicurazione dei controlli della polizia di Villach, temono che possa diffondersi anche lo spaccio di droga e poi parte dei cattolici trovano immorale l'apertura di questa attività lucrativa anche perché vi sono diverse donne costrette a prostituirsi contro la propria volontà.

In Italia legge 20 del  febbraio 1958, n° 75, detta Merlin, dal nome della prima firmataria, rese la prostituzione e le case di tolleranza, fuori legge nel nostro paese, l"intento era quello di debellare la prostituzione, ma come ben sappiamo purtroppo la storia andò molto diversamente fino al punto che la prostituzione divenne ed è ancora  oggi uno dei maggiori business della "malavita organizzata" e lo stato non ha alcun controllo né fiscale né sanitario in tal senso, con tutti gli effetti collaterali che ne derivano. A questo punto ci chiediamo, indubbiamente è vero che molte donne sono costrette da sfruttatori o dalla terribile situazione economica a prostituirsi, ma dato che questo viene definito anche il "mestiere più antico del mondo", che sempre è esistito e forse sempre esisterà, crediamo che il "proibizionismo" non porti altro che ad un incancrenirsi del "problema" e non ad una soluzione. Ma soprattutto che senso ha che cittadini italiani debbano andare all"estero a rimpinguare l"erario di altri paesi, con tutti i problemi che ha il nostro?

Cercando di prendere un po" le distanze da  giudizi affrettati e falsi moralismi, ragionando dalla parte di chi è costretto a prostituirsi per svariati motivi, non è meglio che esso sia tutelato dallo stato e che magari svolga il suo lavoro in un luogo sicuro piuttosto che per strada? Tralasciando per un attimo quello che la nostra coscienza o la religione può suggerirci, non è giusto lasciare libertà a chi la pensa diversamente da noi? E ancora, visto che è un male necessario è meglio che ad esempio i suoi proventi siano reinvestiti magari in traffico d"armi o, viceversa, per aiutare la collettività, rendendo anche le nostre strade più sicure e degne di un paese civile?




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