-  Rega Ilaria  -  20/05/2013

LA BIBBIA DELLA PSICHIATRIA NEL MIRINO DEGLI ESPERTI - Ilaria REGA

Di recente sembra che la follia collettiva stia dilagando e per comprenderlo basta ascoltare le notizie di cronaca  e di politica giornaliere; ma la DSM_5, la quinta edizione di uno dei più importanti manuali per psichiatri, da quanto si legge in un comunicato ANSA, rischia veramente di rendere ancor più sottile la soglia tra "normalità" e "malattia psichiatrica" al giorno d"oggi, correndo il rischio che molti di noi potrebbero essere classificati d"amblè come malati psichiatrici, anche se fino a ieri non sarebbe accaduto.

Il manuale, infatti, è stato criticato da molti studiosi,  perchè contiene criteri diagnostici spesso discutibili, che potrebbero moltiplicare i pazienti psichiatrici e moltiplicare le tipologie di malattie.

"Uno dei cambiamenti peggiori - ha spiegato lo psichiatra Paolo Migone dell'Università di Parma - consiste nell'abbassamento delle soglie per la diagnosi (ridotto il numero di sintomi sufficienti a dire che una persona è malata), col risultato che si creeranno molti falsi positivi, con conseguente aumento di consumo di farmaci, che, peraltro, aumenteranno i costi per il Ssn e i cittadini". Inoltre, il manuale, secondo lo psichiatra, potrà "favorire una cultura secondo cui tutto ciò che ci piace molto diventa disturbo mentale". Tra le nuove tipologia di malattie 'create' dal DSM-5, vi sarà: la disregolazione dirompente dell'umore che medicalizzerà gli scatti di rabbia, la tristezza del lutto che diverrà depressione, con il rischio concreto di somministrazione di farmaci inutili a quanti hanno perso una persona amata e vivono il lutto più a lungo del normale. Aumenteranno le diagnosi di iperattività e deficit d'attenzione (ADHD) soprattutto nell'adulto, con crescita dell'abuso di stimolanti, abbassata anche la soglia per identificare alcuni disturbi legati all"alimentazione. Secondo Carmine Pallante, psichiatra del King's College di Londra "vi è stata enfasi eccessiva sui cambiamenti del DSM-5. E' importante, infatti, ricordare che la forza di queste classificazioni diagnostiche è la capacità di offrire criteri simili per riconoscere lo stesso disturbo in pazienti che vivono in contesti clinici e culturali diversi  Ma la diagnosi - spiega - rimane un momento clinico e dipende dalla capacità del medico di fare le domande giuste. Ovviamente è importante integrare la valutazione clinica con quella biologica; conclude - il futuro sono i marcatori molecolari per predire la risposta al trattamento e personalizzare la terapia".

Tempo fa su un manuale universitario di antropologia lessi:"Ogni abuso è una droga", indubbiamente la Bibbia degli psichiatri è arrivata a riconoscere tale postulato, cosa che può avere anche dei risvolti positivi sulla vita degli esseri umani, basti pensare anche solo alle dipendenze "moderne" da videogames e videopoker ad esempio, da questo  però  a giungere ad imbottire i pazienti di psicofarmaci anche quando non ve ne è necessità, ne passa.




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