(perdonare gli anti-esistenzialisti)
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Il corona virus è un fatto biologico, certo, ma vedete come le realtà che toccano il corpo siano destinate – quando vanno male - a inverarsi in ripercussioni soprattutto di tipo esistenziale: finire in ospedale, magari, essere isolati, con le macchine respiratorie addosso, non vedere i propri cari per un po’ di tempo, avere alcune ali tarpate, il lavoro, lo sport, la creatività, i soldi, il rapporto col cibo, col sesso, coi viaggi, con gli scambi del quartiere, con gli amici …
Siamo sempre nell’ambito del danno biologico, beninteso, ma vedete come il danno biologico sia fatto soprattutto di danno esistenziale!
E poi c’è l’esistenza che cambia – in peggio – anche quando la vittima non risulta colpita strettamente in un ‘’suo’’ filamento biologico, fisico o psichico. Pensate alla famiglia del contagiato: stanno bene, ma non potranno magari vederlo, parlargli, frequentarlo, E se morirà poi, ecco le ombre del lutto, tipico danno esistenziale: la nonna è morta, chi ti insegnerà il tedesco adesso, chi ti leggerà le fiabe o ti trametterà le ricette del casato?
E tutti quanti poi, anche fuori della malattia, o della famiglia. Gialli rossi, arancioni, oggi non possiamo più fare tante cose, sciare, viaggiare, ballare, andare ai convegni, fare feste, girare film, andare a teatro, basta concerti, stadi vuoti … e tutto il resto !!!
Quando trent’anni fa ho cominciato a parlare di ‘’danno esistenziale’’, tanti mi hanno subito sostenuto per fortuna … tanti altri no, però, ricordate?
Pazienza, li perdono, visto che è Natale.