-  Lara Princisvalle  -  01/11/2016

Economia e Neuroscienze: l'effetto framing - Lara Princisvalle

Lo studio delle modalità decisionali negli agenti razionali è un ramo dell"economia relativamente recente, che ha avuto un grande sviluppo grazie alle neuroscienze cognitive e al miglioramento delle tecnologie adibite alle analisi dei processi neurali.

Dall"interazione tra psicologia, economia, matematica, statistica, filosofia e neuroscienze è nata, negli anni Settanta, la neuroeconomia. La neuroeconomia è lo studio dei processi biologici e neurali che stanno alla base delle decisioni prese da agenti razionali nello svolgimento di alcuni compiti economici.

Lo sviluppo della neuroeconomia ha messo in discussione alcuni assunti dell"economia classica: la definizione di uomo come essere razionale e l"infallibilità della teoria dell"utilità attesa (ovvero che un agente razionale, qualora debba prendere una scelta, tende a scegliere quella che massimizza il valore atteso).

Tversky e Kahneman, hanno cercato di dare un"alternativa alla teoria dell"utilità attesa proponendo quella che è conosciuta come "teoria del prospetto", nella quale il framing (o effetto contesto) occupa un posto di rilievo. La teoria del prospetto mostra come gli agenti economici violino sistematicamente i principi di razionalità, in quanto occorrono in loro tre fenomeni psicologici distinti ma interconnessi tra di loro (il framing, l"avversione alle perdite e l"effetto di isolamento) che portano l"uomo ad agire in modi non razionali per la concezione classica.

L" effetto contesto ha una grandissima influenza sulle scelte degli agenti.

Cercherò di presentare brevemente l"esperimento di Tversky e Kahneman, i cui risultati sono stati pubblicati nel 2007 su Science ("The Framing of Decisions and the Psichology of Choice").

Ad alcuni studenti di Stanford e della Columbia è stato chiesto di compilare un questionario. A 152 studenti è stato consegnato un questionario che aveva questo testo:

"Immaginate che gli Stati Uniti si stiano preparando per lo scoppio di una insolita epidemia proveniente dalle regioni asiatiche, che ucciderà circa 600 persone. Sono stati proposti due programmi alternativi per combattere l"epidemia. Le conseguenze dei due programmi sono:

-  se viene adottato il programma A, 200 persone saranno salve;

-  se viene adottato il programma B, c"è 1/3 di probabilità che 600 persone siano salve, e 2/3 di possibilità che nessuno sarà salvo. "
Il 72% degli studenti ha scelto il programma A, il 28% il programma B.
A 155 studenti è stato invece proposto questo questionario:
"Immaginate che gli Stati Uniti si stiano preparando per lo scoppio di una insolita epidemia proveniente dalle regioni asiatiche, che ucciderà circa 600 persone. Sono stati proposti due programmi alternativi per combattere l"epidemia. Le conseguenze dei due programmi sono:

-  se viene adottato il programma C, 400 persone moriranno;

-  se viene adottato il programma D, c"è 1/3 di probabilità che nessuno muoia, e 2/3 di possibilità che muoiano 600 persone. "
Sorprendentemente, in questo caso il 22% delle persone ha scelto il programma C, mentre il 78% ha scelto il programma D.
La diversità di preferenze nei due questionari illustra una base comune: le scelte che coinvolgono un guadagno sono più avverse al rischio rispetto alle scelte che coinvolgono una perdita. Tuttavia i dati presentati nei due questionari sono identici: l"unica differenza è il focus che viene dato alle vite perse o salvate (ovvero il framing o effetto contesto in cui viene presentato un problema).

 

Nel 2006, sempre su Science, è stato pubblicato un articolo di De Martino, Kumaran, Seymour e Dolan. L"originalità di questo lavoro è stata quella di riuscire a fare una analisi neuroscientifica dell"effetto contesto, utilizzando la risonanza magnetica funzionale.

Sono stati selezionati 20 giovani, studenti universitari o neolaureati. A tutti i partecipanti sono state mostrate delle slide. Nella prima slide era mostrato un ammontare che loro virtualmente possedevano (50£). Nella seconda slide venivano presentate agli studenti due alternative tra le quali dovevano scegliere: una opzione sicura e una opzione "scommessa". L"opzione sicura era formulata secondo due cornici: la "Gain Frame" e la "Loss Frame". La "Gain Frame" era espressa con questa formula "hai ottenuto 20£ dalle 50£", mentre la "Loss Frame con "hai perso 30£ dalle 50£".

L"opzione della scommessa invece era rappresentata con un grafico a torta con indicate le possibilità di perdere o di vincere.

L"esperimento ha mostrato come nella "Gain Frame", solo il 42.9% degli studenti decideva di scommettere, mentre nella "Loss Frame" il 61.6% degli studenti preferiva scommettere.
Il tempo di reazione per la scelta è molto simile per le due cornici. Inoltre, 16 studenti su 20, in una successiva analisi, hanno ammesso di non avere avuto la percezione dell"effetto bias che avevano avuto.

Per tutta la durata di questo esperimento i soggetti erano all"interno di uno scanner di fMRI (risonanza magnetica funzionale), che ha permesso di misurare l"attività cerebrale. Dalle misurazioni è emerso che è presente una significativa attivazione dell"amigdala sia quando il soggetto sceglie l"opzione sicura nella "Gain Frame" sia quando sceglieva l"opzione "scommessa" nella "Loss Frame". Un diverso percorso di attivazione neurale è stato invece trovato nei soggetti che sceglievano l"opzione "scommessa" nel "Gain Frame" e l"opzione sicura nel "Loss Frame". In questi soggetti è presente un"attività maggiore nella corteccia anteriore cingolata. Da ciò si può dedurre che l"amigdala è coinvolta nelle decisioni che sono condizionate dall"effetto contesto, mentre un"attività maggiore della corteccia anteriore cingolata riduce la suscettibilità della persona al "framing effect".

Infine, è stato inoltre trovata una significativa correlazione tra la diminuzione della suscettibilità all"effetto contesto e una maggiore attività nella corteccia media prefrontale: i soggetti che hanno agito più razionalmente hanno avuto una maggiore attività della corteccia media prefrontale in relazione con il "framing effect".

 

La razionalità è sempre stata un concetto fondamentale nell"economia classica. Con più moderni studi, anche comportamentali, questo assioma è stato tuttavia messo in discussione. Le più moderne tecniche di neuroimmagini hanno permesso di avvalorare alcune ipotesi su ciò che condiziona le scelte razionali degli agenti economici che prima trovavano la loro giustificazione solo dal punto di vista teorico. Tra queste c"è sicuramente il framing, meccanismo psicologico che solamente negli ultimi dieci anni è stato indagato dal punto di vista neurobiologico. Con l"avanzare dello sviluppo delle tecnologie nelle neuroscienze e con una maggiore accuratezza degli strumenti si potranno indagare molti altri aspetti della razionalità umana che ora sono ancora ignoti.




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