Fragilita, storie, diritti  -  Casoria Elisa  -  06/02/2016

BUGIA DELIRANTE - E.CASORIA

Quel bimbo venuto al mondo così, all'improvviso, non saprà mai la verità, i sogni infranti, la realtà taciuta.

Lei era portoghese di Lisbona, lui spagnolo di Madrid; quella sera in cui si erano conosciuti Alejandro indossava una lunga sciarpa tutta colorata, di lana doppia, e un basco. Ne rimase subito affascinata Safira, nei suoi occhi un mondo: di umanità, esperienze, interessi, sensibilità.

Safira era una ragazza di ventuno anni, allegra, spensierata, spesso in giro; amava scoprire le diversità, le sfumature, apprezzava gli artisti di strada (si fermava anche un'ora ad ascoltare la loro musica). Si perdeva nelle creazioni artistiche estemporanee, nei suoi sogni, in un attimo si ritrovava come in un film a vivere una realtà parallela.

La storia con Alejandro iniziò una sera del suo ventunesimo anno; azzurro tutto intorno, dischi in vinile, libri (molti di filosofia), videocassette, qualsiasi cosa lì parlava di lui. Neanche la sfiorò per non metterla a disagio, prese la chitarra e iniziò a suonarle un pezzo e a canticchiare; Safira ricorda ancora le sue parole: "Sono stonato, altrimenti avrei fatto il cantante". Tutta la sera le parlò col suo sguardo, portandola in quel mondo dove ognuno di noi vorrebbe vivere. Così iniziò il loro rapporto. Lei si rese conto in un attimo di aver trovato la felicità, le sembrava di aver ricevuto in regalo le chiavi del Paradiso. Nulla e nessuno avrebbero potuto sostituire Alejandro.. presto se ne sarebbe resa conto.

Lui, divenuto diplomatico, era spesso in viaggio; mancava anche per mesi, un silenzio assordante... Ma Safira in cuor suo era certa che Alejandro, ovunque fosse, sarebbe tornato sempre da lei e così accadeva.. Al rientro da quei viaggi (Pakistan, America, India) la cercava fino allo sfinimento; le mostrava le foto di quei posti, dei popoli conosciuti (anziani, donne, bambini). Tutto questo da una parte metteva in allarme Safira, dall'altra la incantava e l'incanto offuscava ogni paura.

Alejandro volgeva sempre lo sguardo verso i più deboli e questo aspetto lo rendeva speciale; portava abitualmente una macchina fotografica per fermare le immagini, gli attimi, durante i percorsi, una borsa di cuoio a tracolla, una sciarpa calda al collo che sapeva di lui. Sempre in giro il ragazzo spagnolo, ma il suo viaggio più lungo è stato quello con Safira, un viaggio durato venti anni.. Lei a un certo punto ha compreso di amarlo e si è arresa ai suoi sentimenti, con la speranza che prima o poi lui si sarebbe fermato, mettendo radici, costruendo la sua famiglia. Con chi se non con lei? Lo conosceva nel profondo, avendone condiviso le fragilità, le differenze, i percorsi di vita.. Certo, Alejandro è una di quelle persone amate da tutti, indistintamente, per le sue qualità, ma la sua casa, il suo rifugio, era Safira. La giovane portoghese una sera scrisse su un quadernetto: "Spero che un giorno avremo un figlio e che... guarderà il mondo con i tuoi stessi occhi..."

Un sogno infranto quando lei ha compiuto quarant'anni.. Alejandro le ha comunicato che sarebbe diventato "occasionalmente" padre ma ovviamente non marito.

In un attimo aveva distrutto tutti i sogni di Safira? No, non solo.. In un attimo aveva cambiato la direzione di quei viaggi, la meta finale Quei percorsi a volte tormentati a volte abbracciati con entusiasmo, vissuti in prima persona da Alejandro e di riflesso da Safira, avrebbero dovuto avere un finale diverso.

A cosa era servita allora quella rinuncia così sofferta maturata col tempo nel suo cuore? L'amore immenso di Safira per lui e la difficoltà di Alejandro di lasciarla andare, l'intera giovinezza vissuta insieme, quel perché taciuto che giustifica i silenzi assordanti, la scelta di Safira di lasciarlo correre verso la realizzazione di se stesso e della sua vera felicità ...

Il tutto si è concluso con la foto di una donna che mostra su Facebook il suo bambino. Una bugia delirante la tua ... E quel meraviglioso bambino ha i tuoi occhi Alejandro..




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